Il Gran Premio di Montecarlo, sesta tappa del mondiale di Formula 1, nonostante la sua particolarità – chiamarlo circuito è quasi un’eresia – ci ha dato indicazioni interessanti sul potenziale tecnico delle monoposto.
Parliamo di un tracciato in cui la power-unit ha un ruolo minore rispetto alla maggior parte delle realtà in calendario, rispetto a telaio e, soprattutto, all’abilità del pilota. Proprio sotto questo aspetto è sempre spettacolare vedere questi ragazzi sfrecciare a 300 km/h, sfiorando. Tutti si meritano un grande applauso
Ferrari SF70H – Doppietta importante
La doppietta messa a segno da Vettel e Raikkonen è stato un esame importante poiché da diversi anni la Ferrari non riusciva ad imporsi a Montecarlo. Un risultato di buon auspicio per il proseguo della stagione, anche se ci saranno molti gran premi dove la Mercedes tornerà in auge (vedi Montreal). La Ferrari deve proseguire su questa strada cercando di evitare diatribe interne per puntare al titolo costruttori (alla loro portata) e al piloti. Sarà importante gestire il vantaggio in classifica in virtù di possibili penalty dovute alla sostituzione dei componenti della PU.
Mercedes W08 – Nervosismo all’interno del team
Tra le stradine del principato Hamilton e Bottas hanno pagato il dazio più pesante. Fuori dal podio con entrambi i suoi piloti. La W08 ha pagato il passo lungo. Si respira un certo nervosismo all’interno dei box che li porta a commettere errori di strategia. Lo stesso Hamilton, in queste situazioni, va nel pallone come già successo nella passata stagione. Tra poco più di una settimana, a Montreal, potremo vedere una Mercedes completamente diversa e in piena lotta, sia per il doppio overboost sia per le caratteristiche del tracciato canadese: circuito di motore e freni. Il queste situazioni il passo lungo potrebbe essere un vantaggio. Inoltre non avremo temperature così alte come nel principato.
McLaren MCL-32 – C’è del buono nel progetto
Si è rivista anche la McLaren a dimostrazione che il problema il telaio non è un disastro completo. Jenson Button e Stoffel Vandoorne erano riusciti a conquistare la Q3, ma in gara entrambi sono caduti in errori fatali. Il belga era anche in zona punti, prima del ritiro. Fernando Alonso, che ha compiuto una 500 Miglia di Indianapolis eccezionale nonostante il ritiro per rottura del propulsore Honda, ancora una volta ha sbagliato le tempistiche delle sue scelte. A Montecarlo avrebbe certamente fatto la differenza conquistando punti importanti per il suo team.
Red Bull RB13 – Aspettando Ungheria e Singapore
Weekend positivo anche per la Red Bull che deve fare i conti con una power unit non all’altezza di Ferrari e Mercedes. A Montecarlo il telaio, e i piloti, hanno fatto la differenza. Se con Verstappen la strategia non è stata perfetta, il muretto si è riscattata con Ricciardo (dopo l’errore 2016). Restando più a lungo in pista, l’australiano è riuscito a sopravanzare il finlandese di casa Mercedes e il compagno di box. Ci potrebbero essere altri circuiti a loro favorevoli come Ungheria e Singapore. In Canada dovranno fare attenzione all’impianto frenante che si è dimostrato uno dei loro talloni d’Achille.
Toro Rosso STR12 – Bravo Carlos!
In particolare è lo spagnolo Carlos Sainz ad essersi messo in evidenza fin dalle qualifiche, portando la sua STR12 in terza fila alle spalle della vettura maggiore RB. Da alcuni gran premio lo spagnolo riesce a stare a ridossi dei big e sta portando avanti un bel campionato. Col sesto posto ha portato al team punti importanti in ottica campionato, confermandosi al quinto posto davanti alla Williams. Peccato per l’ingenuità di Kvyat. Potevano essere altri due punti pesanti per la scuderia.
Gian Carlo Minardi