Dall’analisi dei primi quattro gran premi della stagione (leggi qui) è emerso un forte rimescolamento delle forze in campo rispetto solamente a dodici mesi fa: + 55 punti in casa Ferrari – passata da quarta a seconda forza del Mondiale, i +19 Sauber e +12 Lotus compensano i segni negativi in casa McLaren (- 43 punti), Red Bull (-34) e Force India (-43), dettati dalla crisi tecnica di due costruttori come Renault e Honda, ma non solo come nel caso del team di Vijay Mallya.
Nonostante la conferma della line-up e del fornitore della power-unit (Mercedes) sono scivolati all’ottavo posto con solamente undici punti all’attivo. La colpa è da ricercare nella crisi economica che però sta toccando gran parte dello schieramento di partenza “Ad oggi si salvano finanziariamente solamente cinque team e questo non può e non deve passare inosservato. E’ veramente inutile e ridicolo parlare di propulsori con 1000 cv o reintrodurre i rifornimenti di benzina, che complicherebbero solamente di più la lettura della gara oltre ad aumentare nuovamente i costi. Per uscire da questa crisi servono programmi ben definiti che intervengono sui regolamenti tecnici e sportivi” analizza Gian Carlo Minardi ai microfoni del portale www.Minardi.it
“Accetto, anche se non condivido, l’utilizzo di queste complicate e costose Power-unit nella Formula 1, poiché credo che lo scenario più corretto sia il Mondiale Endurance WEC. Fare un passo indietro verso i propulsori aspirati lo vedo complicato poiché il futuro delle auto di serie, a partire dal 2020, sarà rivolto verso l’ibrido, il recupero di energia, motorizzazioni turbo sempre meno inquinanti. Quello che non funziona sono gli elevatissimi costi che i team privati devo sostenere. Una PU assorbe praticamente 1/3 dell’intero budget per la maggioranza dei Team. Un sistema veramente insostenibile, che oggi stiamo toccando con mano” prosegue il manager faentino, la cui ricetta per curare il Circus è rivolta verso macchine con un’aerodinamica più semplice che metta in risalto le qualità del pilota, senza troppi aiuti
“Il DRS è inutile poiché è una tecnologia che non troverà mai uno sbocco nelle auto di serie. Vogliamo poi parlare di quanto siano diventate complicate e onerose le ali? Oltre 100.000€ per una sola ala anteriore non è un costo spropositato? Sarebbe meglio avere un’aerodinamica più semplice che permetta sorpassi in pista, e non solamente attraverso le strategie dei box o l’uso delle due mescole obbligatorie. Se ora reintroduciamo anche la variabile del rifornimento, siamo veramente a posto… Oggi ci troviamo a guardare macchine che “soffrono” quando si avvicinano troppo a chi gli sta davanti. Non è normale”.
E’ giunto il momento di correre al riparo con soluzioni serie e veloci. Bisogna far innamorare gli appassionati, attirandoli con gare ricche di sorpassi e controsorpassi senza inventare chissà quali diavolerie tecnologiche. Bisogna trovare i nuovi marchi di fabbrica. Oggi tutti rimpiangono duelli alla Villeneuve-Arnoux oppure, andando più avanti nel tempo, al duello Schumacher-Hakkinen di Spa-Francorchamps. La F1 deve tornare ad essere la macchina da gara dei sogni, magari attraverso gomme più larghe, aerodinamica che permetta di sfruttare la scia e perché no, anche usando meno meccanici durante il pit stop. Una sola persona per gomma potrebbe creare più suspense.
Invece di sentir parlare solamente di strategie e gomme, non sarebbe meglio raccontare i duelli facendo stare il tifoso con il cuore in gola? “Si deve correre ai ripari. Non dimentichiamoci che i problemi di casa Renault stanno toccando due team finanziariamente solidi, come Red Bull e Toro Rosso. Non oso pensare come sarà il futuro per quei Team che già oggi sono in debito di ossigeno..” E ci siamo lasciati solamente alle spalle quattro dei diciannove appuntamenti… Una atmosfera quasi alla Alfred Hitchcock!