Dopo una prima gara in un circuito semi-cittadino come Melbourne, il Circus della F1 è pronto ad arrivare a Sepang, su un tracciato permanente con due rettilinei vicino al chilometri di lunghezza, curve medio-veloci e pneumatici abbastanza stressati. Si passa da velocità intorno agli 80-90 km/h in uscita di curva per raggiungere i 300 km/h alla fine del rettilineo, prima di scalare nuovamente in seconda marcia. La vettura lavora molto in appoggio e l’asfalto è abbastanza abrasivo.
Siamo nel periodo dei monsoni, pertanto il manto stradale sarà pulito, ma per il week-end sono attese temperature intorno ai 34°C. Per questo la Pirelli porterà mescole Medium e Hard. E’ un Gran Premio da 3-4 pit stop. L’anno scorso solamente la Force India tentò la carta delle due soste, chiudendo al quinto posto con un distacco di 47”, ma all’appello mancavano le due Williams – 7° e 8° dopo un gp in difficoltà – e la Ferrari di Kimi Raikkonen, fuori dalla zona punti. La scelta delle due soste mi sembra troppo azzardata, anche se quest’anno i pneumatici si degradano meno facilmente.
Superate le visite mediche, Fernando Alonso si metterà al volante della sua McLaren-Honda e Bottas sarà regolarmente in pista avendo recuperato perfettamente. In più il venerdì mattina ci sarà il ritorno in nostro portacolori in pista, con Raffaele Marciello impegnato al volante della Sauber. Le vetture in griglia dovrebbero tornare venti, dopo il forfait australiano della Manor. Insomma gli spunti interessanti non mancheranno.
Ancora una volta la lotta sarà tra Lewis Hamilton e Nico Rosberg, con il tedesco costretto ad inventarsi qualcosa per non perdere il contatto dal compagno, senza commettere errori. Nella sfida interna per ora siamo 1-0 per il Campione del Mondo. Alle loro spalle vedo avvantaggiata la Williams sulla Ferrari, che dovrò vedersela con le altre motorizzazioni Mercedes (Lotus e Force India). Non sarà un fine settimana facile dove potenza e consumi potranno fare la differenza. Dopo il podio di Vettel, la Ferrari è chiamata a ripetersi. Bisogna però stare coi piedi per terra. Leggo troppi trionfalismi. Ricordiamoci che è uno sport di squadra con sviluppi step-by-step.
In casa Red Bull c’è un grande nervosismo, soprattutto nei confronti della Renault. Le voci sul disinteressamento verso la F1 da parte del patron Mateschitz sono sempre più insistenti e crescono gli incontri tra Toro Rosso e Renault. Questo fermento potrebbe togliere l’attenzione necessaria a recuperare il divario. Avendo dominato la scena per quattro anni, alzare così i toni alla prima difficoltà incolpando gli altri team di aver messo in atto una politica anti-RB per fermarli, non lo trovo corretto. Preferisco nettamente la filosofia di Maranello quando dichiara di voler battere la Mercedes in pista